Il concept
Il nostro progetto nasce da una riflessione condivisa, da un’urgenza personale, concretizzatasi in una forma visiva e interattiva che spieghi questa condizione psicologica, rendendola riconoscibile, comunicabile, condivisibile. Attraverso design, fotografia e tecnologia vogliamo raccontare ciò che spesso non si vede: la frammentazione interiore, il peso invisibile, l’apatia che sostituisce il desiderio.
Obiettivo finale, quello di generare consapevolezza, smuovere uno sguardo, innescare una domanda.
Fotografia
Tramite la macchina fotografica ci è stato quindi possibile rendere visibile l’invisibile, stimolando empatia, riconoscimento e consapevolezza. Gli scatti in bianco e nero permettono di far leva sui contrasti di luci e ombre proiettati sugli sguardi dei soggetti fotografati, una serie di primi piani realizzati con la tecnica della doppia e continua esposizione.
Installazione
L’installazione interattiva sviluppata con modelli di intelligenza artificiale in TouchDesigner propone un’esperienza immersiva che trasforma l’utente nel soggetto stesso della narrazione. Attraverso l’inserimento di un prompt – una parola o frase che esprime il proprio stato emotivo – l’AI genera un’immagine alterata del volto dell’utente, visivamente modificata in base a sintomi riconoscibili del burnout: stanchezza, ansia, sovraccarico e apatia.